Il Neurofeedback (NF) è una forma di Biofeedback (BF) utilizzato per modificare il funzionamento cerebrale attraverso l’esercizio all’autoregolazione dei processi elettrofisiologici nel cervello umano (Demos, 2005; Evans & Abarbanel, 1999; LaVaque, 2003; Thompson & Thompson, 2003). Con esso una persona apprende a modificare i pattern di attivazione cerebrale osservando le frequenze delle onde cerebrali nell’Elettroencefalografia (EEG).
Utilizzando procedure di rinforzo o di estinzione, un soggetto è in grado di regolare volontariamente l’attività cerebrale. Fu J. Kamiya (1968, 1969) a dimostrare che era possibile il riconoscimento consapevole delle onde cerebrali e la loro modifica, e come questo avvenisse con lo stesso meccanismo del Biofeedback training. Si parte da una registrazione strumentale dell’attività cerebrale e, qualora si verifica la specifica attività osservata, si somministra un rinforzo (feedback) al soggetto. Successivamente e con la pratica, si apprende gradualmente la regolazione volontaria di quella attività da parte del soggetto stesso. Negli anni, la strumentazione si è avvalsa di tecnologie informatiche di eccellenza per l’acquisizione e la registrazione dei dati, e grazie anche alle procedure di analisi matematiche, si è trasformato l’EEG in EEG digitale (dEEG). Si effettua, quindi, un assessment con l’EEG e talvolta con un EEG quantitativo multi-sito (QEEG), per identificare i modelli disfunzionali (LaVaque, 2003).
La pratica del NF è in crescita soprattutto per i trattamenti relativi al Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (In Inglese: Attention Deficit Hyperactivity Disorder, ADHD), difficoltà di apprendimento, convulsioni, depressione, lesioni cerebrali acquisite, abuso di sostanze e ansia (EEG clinico, 2000).
Ultimamente ci sono degli studi molto stimolanti sull’applicazione del Neurofeedback ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento…
